La macabra scoperta risale al luglio del 2019: due persone sono indagate per omicidio volontario in concorso.
Domenico Montanari fu trovato impiccato nella sua macelleria il 26 luglio del 2019 a Faenza, in provincia di Ravenna. La prima pista seguita fu quella del suicidio, ma a distanza quasi quattro anni la Procura sospetta di omicidio di cui vengono indagate due persone: un ex vigile urbano e un uomo albanese.
Le indagini
Dopo alcuni accertamenti avvenuti sugli apparecchi telefonici, lunedì scorso è partito l’avviso di garanzia. Sotto la luce degli investigatori adesso ci sono un ex vigile urbano di 53 anni e un uomo di 40 anni di origine albanese ma domiciliato in zona, entrambi accusati di omicidio volontario in concorso. Le indagini si focalizzano soprattutto sul cellulare dell’ex vigile, sequestrato nel 2019, di cui non era mai stata fornita la password.
Inizialmente il 53enne era stato coinvolto nelle indagini, accusato di aver istigato il suicidio di Domenico Montanari, poi l’accusa divenne per usura. La Procura infatti sosteneva ipotizzava che l’indagato si facesse cambiare dal macellaio sia i propri assegni sia quelli compilati da altre persone (tra cui suoi debitori), anche per via di alcuni bigliettini lasciati dal Montanari.
Secondo le ultime ricerche, emerge che la mattina in cui è morto il macellaio, l’ex vigile urbano si era recato da lui per una proposta d’acquisto della casa da parte di una terza persona. All’imputato vengono contestate anche una maxi-truffa a due anziane gemelle, una truffa a due coniugi che volevano riscuotere il risarcimento per un incidente stradale, un’estorsione a un collezionista e a un noleggiatore di auto di lusso. I reati lo hanno portato ad una condanna di 5 anni e 10 mesi.